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SULMONA – Aveva paura di contrarre l’infezione da Covid-19, come del resto la gran parte della popolazione. La sua però era quasi una psicosi tant’è che si rifiutò di visitare un soggetto cardiopatico, peraltro in possesso di regolare green pass da guarigione. Protagonista dell’incredibile vicenda è una guardia medica, G.G. di 66 anni, che ha patteggiato questa mattina la pena (sospesa) di 14 mesi di reclusione, davanti al collegio giudicante del Tribunale di Sulmona. I fatti risalgono all’ 11 dicembre 2021 alle ore 19 circa. Quale pubblico ufficiale in servizio presso l’ospedale di Sulmona, la guardia medica con turno di lavoro 10-20, avrebbe omesso di visitare un paziente cardiopatico con dolori alla spalla sinistra ed ad un braccio, adducendo che le avrebbe trasmesso il virus, pur essendo lo stesso in possesso di valido green pass da guarigione. La donna indebitamente avrebbe rifiutato un atto del suo ufficio che, per ragioni di sanità, doveva essere compiuto senza ritardo. Dalla denuncia del paziente, che ha subito un evidente nocumento, sono scattate indagini specifiche che hanno permesso di scoprire che la dottoressa, sempre quel giorno, avrebbe finto di essere in visita domiciliare, affiggendo un foglio sulla porta, mentre non era vero. Di qui l’aggravante di aver commesso il fatto a danno della Asl in qualità di pubblico ufficiale con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione. Un quadro probatorio solido che ha spinto la diretta interessata a patteggiare la pena di 14 mesi di reclusione in quanto incensurata. D’altronde gli operatori sanitari sono rimasti in prima linea dall’inizio alla fine dello stato di emergenza per Covid. Per questo le giustificazioni addotte dalla guardia medica non potevano essere considerate attenuanti.

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