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SULMONA – Era finito sotto processo con la pesantissima accusa di violenza sessuale, di aver approfittato cioè della sua sottoposto in una stanza riservata al riposo del personale. Ma il colpo di scena è arrivato oggi in Tribunale quando il collegio giudicante ha assolto un 28 enne di Palermo, S.A., che ha trascorso gli ultimi dieci mesi prima dietro la sbarre e poi in casa agli arresti domiciliari. La Procura aveva chiesto otto anni di reclusione. I fatti risalgono all’agosto dello scorso anno. Secondo il quadro accusatorio l’animatore turistico avrebbe costretto con violenza e minaccia una giovane di Torino, che lavorava in una struttura alberghiera del capoluogo del Pnlam, a compiere e subire atti sessuali. In particolare, nel corso di una discussione dopo la giornata di lavoro, svoltasi all’interno della stanza riservata al riposo del personale in servizio, dopo settimane in cui proponeva offerte amorose non corrisposte e poneva in essere comportamenti ritorsivi approfittando anche della posizione di diretto superiore dello staff di animatori turistici, avrebbe intrapreso una discussione con la giovane, chiedendole un rapporto sessuale. Il secco rifiuto della sua sottoposto non lo avrebbe fatto desistere. La donna, assistita dall’avvocato Alessandro Scelli, ha raccontato di essere stata bloccata sul letto con la forza, costretta quindi a compiere e subire la prestazione sessuale. Da lì la denuncia e l’apertura dell’inchiesta che portò il Procuratore della Repubblica di Sulmona, Giuseppe Bellelli, a richiedere ed ottenere dal G.I.P. Dott. Daniele Sodani; l’arresto dell’imputato. Oggi il giovane, difeso dall’avvocato Paolo Amato, è comparso davanti ai giudici, ricostruendo la dinamica dei fatti, attraverso una lunga deposizione che avrebbe chiarito alcune incongruenze emerse dal racconto della persona offesa. Il giovane ha portato in aula le conversazioni della messaggistica di whatsapp, intercorse tra lui e la giovane, subito dopo i fatti, sollevando legittimi dubbi in merito all’accusa di violenza. All’indomani di quella notte sarebbe stata propria la donna a scrivergli e a ricercarlo. Come pure la stessa giovane avrebbe accettato di posare in alcune foto durante l’amplesso, anche queste esibite in aula. Il Tribunale quindi, vista l’insufficienza delle risultanze probatorie, ha assolto il giovane imputato dal reato di violenza sessuale. Una vicenda delicata che potrebbe avere una nuova coda giudiziaria davanti la Corte d’Appello.

Andrea D’Aurelio

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