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SULMONA – Avrebbe palpeggiato la sua consorte, con la quale nel frattempo si è separato, contro la sua volontà mentre era impegnata nelle attività di casa, mettendole una mano dietro la maglietta e appoggiandole gli organi  genitali sulla guancia mentre dormiva.  Per un 50 enne di Sulmona il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marco Billi, ha disposto l’imputazione coatta, dando ordine alla Procura di formulazione l’imputazione per l’ipotesi di reato di violenza sessuale. Un’inchiesta che è stata avviata il 12 aprile 2018 quando l’ex moglie si recò nella stazione dei Carabinieri di Sulmona per presentare formale denuncia-querela nei confronti del coniuge che, proprio in quel periodo, era rientrato nella casa coniugale nel piano sottostante, nonostante gli accordi stabiliti per la separazione che era  in corso. La donna, assistita dall’avvocato Alessandra Baldassarre, ha denunciato ai Carabinieri di essere stata apostrofata con vari epiteti davanti alle fiiglie ma  anche di essere stata vittima di violenza sessuale. In particolare, secondo quanto riferito ai Carabinieri, il 50 enne avrebbe spinto sul letto la moglie, le avrebbe sfilato i pantaloni del pigiama e l’intimo, le avrebbe bloccato i polsi nonostante  le urla e il diniego e avrebbe posto in essere il rapporto.  La Procura aveva disposto una perizia per approfondire il caso. Secondo il medico legale incaricato non si sarebbe configurata alcuna violenza tant’è che dal terzo piano del Palazzo di Giustizia avevano chiesto l’archiviazione al Gip. Il giudice, con apposita ordinanza, ha disposto però l’imuputazione coatta poichè “appare sufficiente evidenziare come la natura violenta della condotta dell’indagato si radica nel dissenso all’atto sessuale da parte della persona offesa, anche indipendentemente dall’esercizio di violenza materiale e dal riscontro di un quadro lesivo sulla persona offesa. Nel caso di specie, peraltro, risultano riscontrati segni sulle braccia compatibili con quanto riferito nella querela”.  La Procura dovrà ora formulare il capo d’imputazione a carico del sulmonese, difeso dall’avvocato Alessandro Margiotta. Una procedura che, in ultima istanza, potrebbe portare anche alla fissazione dell’udienza preliminare. Ma non si escludono altri colpi di scena.

Andrea D’Aurelio

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