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PRATOLA PELIGNA – Rapina a mano armata aggravata dal travisamento, furto, violenza privata, lesioni personali aggravate e detenzione verosimilmente illegale di arma da fuoco. Queste le ipotesi di reato sul tavolo della Procura della Repubblica di Sulmona che ha aperto un fascicolo sull’assalto armato nella villa di un imprenditore edile di Pratola Peligna. Una prima informativa, con le strategie difensive da pianificare, sarà presentata verosimilmente in giornata anche se le indagini sono ancora ai nastri di partenza. Al momento si fa sempre più concreta l’ipotesi di un’analogia tra rapine. Il commando che fa fatto irruzione nella villa pratolana potrebbe essere lo stesso che ha seminato il terrore lo scorso 23 gennaio nella villa dell’imprenditore De Cecco a Montesilvano, come d’altronde si era ipotizzato sin dall’inizio. Non è roba da sprovveduti. Il colpo è stato pianificato nel dettaglio poiché i banditi conoscevano particolari e circostanze: il cancello aperto, la chiave sotto lo zerbino, la pistola che l’imprenditore avrebbe dovuto tenere in casa. Si cerca il basista che forse potrebbe aver a che fare con la sfera professionale tant’è che qualche indizio o sospetto sarebbe arrivato al riguardo stando alle sommarie informazioni. La rapina sarebbe stata posta in essere il giorno prima della consegna della retribuzione agli operai. Le indagini partono da qui e dai filmati dell’area del casello autostradale, dove probabilmente il commando è transitato per darsi alla fuga, vista la distanza di soli due minuti in auto dalla villa assaltata. Quell’ora di terrore è stata in qualche modo gestita con lucidità e intelligente ironia dall’imprenditore che si è ritrovato i ladri in casa alle tre di notte. “Siete poliziotti ma nessuno mi ha mostrato il tesserino. I poliziotti mica arrivano in ciabatte”- avrebbe ironizzato la vittima per poi sdrammatizzare la situazione anche quando i banditi cercavano la cassaforte. “Non siete venuti nemmeno con un metal detector?”- avrebbe detto l’uomo fino a quando poi è stato aggredito il figlio. Da lì la consegna del bottino, che supererebbe la prima stima dei 20 mila euro , fino alla fuga. Dopo 48 ore intense sotto ogni punto di vista, si cerca di tornare alla quotidianità con qualche accortezza in più. Cancello chiuso e chiavi non più sulla toppa.

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