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SULMONA – Effettuare tamponi per operatori sanitari e Forze dell’ordine, attivare l’Usca, creare uno spazio per i casi sospetti Covid, applicare in modo rigoroso le nuove misure di prevenzione e tutela sanitaria sono le misure indispensabili da attivare subito nell’ospedale peligno, che non è centro di cura Covid, per preservare il personale sanitario da ogni rischio di contagio, a tutela della sanità pubblica dell’intero territorio, dato che ad oggi i comuni del centro Abruzzo non registrano casi autoctoni, e per rendere pienamente operativo il presidio sulmonese, affinchè possa fare la sua parte per contrastare questa emergenza sanitaria in piena sicurezza. E’ quanto ha chiesto il sindaco Annamaria Casini, in accordo con i sindaci del territorio, in una nota inviata oggi al presidente della Regione, Marco Marsilio, all’assessore regionale Nicoletta Verì, al manager Asl1 Roberto Testa e al presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci Pierluigi Biondi, mettendo a conoscenza del sollecito anche gli altri componenti del Comitato Ristretto dei Sindaci e il direttore sanitario Asl Maria Simonetta Santini. Il sindaco Annamaria Casini ha ribadito, infatti, nella nota, in linea con la precedente richiesta dei giorni scorsi del Consigliere regionale Marianna Scoccia, la necessità di “aumentare la dotazione di kit medici, per potenziare la somministrazione dei tamponi a tutti gli operatori sanitari, MMG e 118, Forze dell’Ordine del territorio, di accelerale l’attivazione dell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale (Usca), come previsto dall’ordinanza regionale, per favorire la cura e la gestione dei pazienti Covid in ambiente domiciliare, per consentire ai medici delle cure primarie di occuparsi dei pazienti ordinari ed evitare contagi in ospedale, di assicurare il rispetto dei protocolli di sicurezza del personale in ambiente ospedaliero con l’applicazione dell’ordinanza 12 del 22 marzo e l’approvvigionamento di tutti i DPI e materiali di consumo necessari; di attrezzare uno spazio di osservazione in sicurezza per pazienti sospetti Covid in attesa di esito di diagnosi e prima di essere inviati nei Centri Covid regionali per la definitiva presa in carico. “Quanto accaduto nelle regioni più colpite, dove il propagarsi del contagio nelle corsie ha depauperato il comparto medico-infermieristico e ha contribuito alla rapida diffusione del virus tra la popolazione” conclude “ è per noi un importante monito che ci consente di fare scelte diverse, tempestive ed appropriate per evitare stessi errori”. (Red)

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