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SULMONA – Ancora niente bonifica e messa in sicurezza dei due alloggi e nessun certificato di conformità rilasciato dopo il comune cambio della caldaia. Per questo l’avvocato delle due donne contagiate da legionella, di cui una purtroppo deceduta, sta procedendo a diffidare l’Ater, proprietario delle palazzine di via XXV Aprile, per gli adempimenti del caso, più volte sollecitati negli ultimi giorni. In particolare si chiede di completare la filiera documentale a seguito dell’installazione della caldaia, con il rilascio immediato del certificato di conformità, finora non ancora arrivata a destinazione. Un vulnus che coinvolge entrambe le abitazioni e che ha spinto in queste ore soprattutto la prima contagiata, attualmente guarita, a richiedere con forza gli interventi di competenza dell’Ater. “E’ un atteggiamento inaccettabile. C’è stato un morto e si sono verificati due casi in una palazzina. Non si può essere così evasivi negli accertamenti”- si sfoga la donna. Sul piano sanitario il cerchio si è chiuso. A casa della prima contagiata il batterio della legionella è stato individuato nel telefono della doccia mentre a casa della donna deceduta è stato scoperto nella doccia e nel lavabo, peraltro con un’alta carica virale, tanto da spingere la Asl a disporre l’immediata sostituzione dei terminali. Nel quartiere si sono diffuse le buone pratiche sollecitate dall’azienda sanitaria: pulizia dei filtri e shock termico con lo scorrimento ad alternanza, per circa dieci minuti, dell’acqua bollente e dell’acqua fredda. Tuttavia gli inquilini, ritenendo che debba essere svolto un incisivo intervento di manutenzione sul quartiere, incontreranno nei prossimi giorni il sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria sul territorio comunale, perchè provveda a relazionarsi con l’Ater per il da farsi. Al momento anomalie non sarebbero emersi in ordine ai due casi di legionella riscontrati, ma la diffida punta ad aprire verifiche interne per non lasciare nulla al caso.

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