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SULMONA – Il Comune di Sulmona torna davanti ai giudici per la vicenda di Palazzo Mazara. Una storia infinita legata alle condizioni di degrado dell’immobile, per il quale sono iniziati recentemente i lavori di ristrutturazione. A trascinare l’ente davanti al collegio del Tribunale di Sulmona è stato l’avvocato, Vincenzo Colaiacovo, che ha impugnato l’ordinanza del giudice monocratico, presentando reclamo. Il “coinquilino” dello storico palazzo aveva chiamato in causa il Tribunale per l’abbassamento della falda del tetto, collocato nella zona est, dovuto alle infiltrazioni e alla raccolta difettosa di acque piovane. Il giudice nell’ordinanza ha rilevato che il Comune ha svolto le opere previste per evitare le infiltrazioni, ovvero la sostituzione delle tegole e altri interventi per 15 mila euro di spesa, a fronte di lavori da 90 mila euro richiesti dal consulente d’ufficio che, recandosi in loco, aveva dovuto interrompere le operazioni per la presenza di una coltre di 20 cm di guano di piccione. La consulenza aveva accertato l’abbassamento della falda del tetto che doveva essere rifatta e non semplicemente riparata. Inoltre il degrado, come rilevato, aveva fatto marcire tavoli e travi. Da qui il reclamo di Colaiacovo che l’altro giorno, in udienza, ha chiesto di interpellare il consulente. Nel passato l’avvocato aveva chiesto e ottenuto dal collegio la riforma dell’ordinanza del giudice per ben due volte. Nell’autunno del 2021 aveva perfino pignorato l’appartamento, di proprietà comunale, che si trova sopra al suo: un sottotetto da 190 metri quadrati lasciato nel totale abbandono dopo gli interventi post-sisma. 25 mila euro che il Comune ha dovuto sborsare per l’immobile dimenticato. Ora, in attesa dei lavori di ristrutturazione da poco partiti, si torna in Tribunale.

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