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SULMONA – Centinaia di pazienti in lista d’attesa per una semplice riabilitazione e i tempi sarebbero lunghissimi, addirittura in alcuni casi si parla di un anno. Torna ad alzare la voce il Tribunale per i Diritti del Malato che lancia l’allarme sull’assistenza domiciliare integrata. E’ il legale Catia Puglielli a ribadire come il nocciolo della questione non è tanto il declassamento dell’ospedale, quanto il livello dell’assistenza domiciliare che costringe numerosi pazienti a una lunga odissea. “Il Direttore Generale della Asl deve ancora spiegarci come intende risolvere il problema della riabilitazione”- incalza Puglielli- “ abbiamo preso in carico un centinaio di casi e notiamo le persone che restano al centro di una disputa burocratica, non potendo ricorrere alle Adi, con le dovute conseguenze per i pazienti più avanti negli anni nonché per i familiari”. A riaccende i riflettori sull’ospedale dell’Annunziata è il responsabile del Tdm Edoardo Facchini che torna a parlare di razionalizzazione della sanità. “Se a Pescina vengono assegnati cinque posti letto in più e a Penne di blocca il declassamento, anche l’ospedale di Sulmona deve essere classificato per quello che sarà”- fa notare Facchini che dà lo stop alla mortificazione delle professionalità in forza nel nosocomio peligno. “Bisogna cambiare sistema e fare in modo di ospitare varie specialità che sono in giro per l’Italia per evitare che i nostri utenti siano costretti a lasciare il territorio per salvarsi la vita”- aggiunge il responsabile del Tdm. Facchini, in chiosa al suo intervento, torna sull’operazione sicurezza dell’ospedale di Sulmona. “Buona la soluzione prospetta dalla Asl a proposito degli edifici in affitto al posto dei container. Riteniamo che sia una strada percorribile solo se si concordano prezzi decenti senza farsi prendere per la gola”- conclude.

Andrea D’Aurelio

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