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Cima Murelle, Majella: un 61enne di Pescara durante l’impegnativa escursione ha un malore. La guida del CAI, temendo un infarto, ha subito allertato il 118. Il Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo ha decollato dall’aeroporto di Pescara e giunti sul luogo hanno constatato che era semplicemente un calo di zuccheri. Lo hanno trasportato a bordo dell’elicottero del 118 al parcheggio di Mammarosa. Per l’escursionista solo un po’ di spavento, non è stato necessario alcun ricovero in ospedale.

Sentiero della Carrareccia: un 32enne di Rapino risultava disperso. Lui e il fratello erano diretti alle Cascate del Linaro ma a causa di un improvviso dolore al ginocchio si è fermato a valle per attendere il fratello. Durante la discesa però il ragazzo è inciampato ed è scivolato lungo il sentiero per 150 metri, finendo fuori percorso. Motivo per cui non riusciva a ritrovare la strada e non poteva neanche chiamare i soccorsi ne’ il fratello, perché ha perso il cellulare, finito in un rivolo d’acqua. Il fratello e un altro amico, allarmati, hanno dato l’allarme. Rintracciato e recuperato dalle squadre di terra del Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo.

Corno Piccolo: un 27enne romano, si stava arrampicando sulla parete est del massiccio Monolito, lungo la Via Di Federico e De Luca, in compagnia di un altro alpinista romano suo coetaneo. Il ragazzo era il primo di cordata e si trovava al penultimo tiro che porta in vetta. Forse a causa della stanchezza, non è più riuscito a tenersi con le mani alla presa ed è precipitato lungo la ripida parete rocciosa per 10 metri. L’amico, secondo di cordata, ha allertato il Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo, intervenuto subito con una squadra di terra a bordo di un elicottero del 118, decollato da Preturo. Particolarmente difficoltoso il recupero dei due alpinisti romani da parte dei tecnici del Soccorso Alpino e del pilota del 118, a causa della nebbia. Alla fine il pilota si è accostato alla parete rocciosa e i tecnici del Soccorso Alpino si sono calati lungo la ripida roccia per effettuare il recupero con le corde e poi con il verricello. A bordo dell’elicottero, i sanitari hanno constatato che il giovane alpinista romano ha riportato probabilmente alcune fratture alle gambe ed è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di L’Aquila, mentre l’amico illeso è stato riportato a Prati di Tivo.

Monte Camicia (Gran Sasso), un escursionista è deceduto. Alcuni escursionisti hanno notato lo zaino e poi il corpo della vittima. Hanno subito allertato i soccorsi che, una volta giunti, hanno solo potuto accertare la morte per cause naturali. Si è saputo in seguito si trattasse dell’aquilano Lamberto Badia, 52 anni,  figlio di Mario Badia, partigiano, ex assessore comunale nel Partito repubblicano, scomparso due anni fa. Badia, dipendente dell’Agenzia delle Entrate a Pescara, dove viveva con la sua famiglia da alcuni anni, era un appassionato di montagna, ed anche tra i protagonisti della storia cittadina per il suo impegno in politica.

Sempre sul Gran Sasso, due alpinisti originari di Bari, di 31 e 32 anni si stavano arrampicando sul Corno Grande, sul noto Paretone, a quota 2.600 metri. Al ragazzo di 31 anni, il primo di cordata, si è staccata una presa precipitando lungo la parete rocciosa per 20 metri. Ad arrestare la corsa è stata la presenza di altre prese, a cui il ragazzo si è aggrappato, ma anche l’intervento dell’amico, che ha retto la corda e ha allertato il Soccorso Alpino e Speleologico. Sono intervenute subito due squadre di terra a bordo di due elicotteri del 118, decollati uno dall’Aquila e l’altro da Pescara. Il recupero dei due alpinisti è stato particolarmente difficoltoso: l’elicottero ha dovuto accostarsi alla parete per permettere ai tecnici di calarsi ed effettuare l’intervento. Il giovane volato giù per 20 metri ha riportato la frattura del piede sinistro e del gomito destro, mentre l’amico ha riportato l’abrasione di entrambe le mani, a causa della presa della fune con cui ha sorretto il compagno. I due sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale dell’Aquila.

Il Soccorso Alpino è dovuto intervenire,  per salvare anche altri due alpinisti, un ragazzo di 36 anni di origini ungheresi e un coetaneo. I due si stavano arrampicando sulla parete orientale del Corno Grande, quando lungo il tratto Alletto Gravino, all’alpinista ungherese, primo di cordata, si è staccata una presa. L’uomo è precipitato giù per 10 metri, sbattendo contro la parete rocciosa. L’amico che era con lui ha allertato il Soccorso Alpino, intervenuto con squadre di terra a bordo di un elicottero del 118. Anche in questo caso, il pilota dell’elicottero ha dovuto accostarsi alla parete per consentire ai tecnici di calarsi ed effettuare il recupero. A bordo dell’elicottero, i sanitari hanno constatato che il giovane ungherese aveva riportato un trauma toracico. L’alpinista non è in pericolo di vita, ma è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Teramo.

 

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