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Appartiene al il genere più grande di piante carnivore che vivono in acque dolci o in suoli saturi di acqua. I loro fiori, che sono spesso paragonati a quelli delle orchidee e delle bocche di leone. Sono carnivore e catturano piccoli organismi per mezzo delle loro trappole ad aspirazione, dette utricoli. Le specie acquatiche possiedono trappole più grandi e si nutrono di Dafnie e larve di zanzare e girini. Nonostante la loro piccola taglia le trappole sono estremamente sofisticate. Quando la preda tocca i peli connessi alla “porta” della trappola, questa si apre e risucchia al suo interno la preda e l’acqua che la circonda. Una volta che la trappola è piena di acqua la porta si richiude.

Ebbene, questa pianta è stata scoperta nei fondali del Lago di Campotosto dai botanici Leonardo Rosati (Università Basilicata), Goffredo Filibeck e Laura Cancellieri (Università Tuscia), e Mattia Azzella (Università Sapienza), durante lo studio sulla vegetazione sommersa del lago, che finora non era mai stata esplorata così a fondo. Una pianta del genere Utricularia era stata segnalata nel 1907, in un articolo scientifico che descriveva la vegetazione dell’allora torbiera di Campotosto, quando il lago artificiale non era ancora stato realizzato: la pianta carnivora viveva nelle pozze che costellavano la vallata. In seguito alla creazione dell’invaso, la specie non era più stata rinvenuta ed era stata dunque iscritta nella lista delle “estinte” in Abruzzo, assieme ad altre 20 specie rare, scomparse a causa della creazione del bacino idroelettrico. 

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