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SULMONA – Restano in carcere S.D.L. e N.S. con l’accusa di tentato omicidio con l’aggravante dell’odio razziale per il blitz all’ex centro di accoglienza per richiedenti asilo. Le dichiarazioni rese da entrambi, che ieri hanno risposto all’interrogatorio di garanzia, non sono servite ad ottenere una misura cautelare meno afflittiva. Il giudice Daniele Sodani, che solo questa mattina ha sciolto la riserva, ha rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Alberto Paolini per S.D.L. perché sussistono- a detta del giudice- gravi indizi di colpevolezza. Lo stesso vale anche per N.S. che ieri, difeso dall’avvocato Simona Fusco, aveva dichiarato di aver agito per legittima difesa e di aver quindi ferito il 23 enne gambiano solo dopo aver rimediato un pugno a un occhio. Il giudice Sodani ha confermato sostanzialmente quando disposto dal collega Billi nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le dichiarazioni che avevano messo d’accordo ieri i due arrestati riguardano la contestazione della pesante accusa dell’odio razziale. Entrambi infatti avevano spiegato di essere entrati nell’ex centro di accoglienza non per aggredire gli ospiti ma per incontrare Alì e per chiarire alcune vicende che fanno riferimento a tutt’altro. Il sulmonese aveva anche dichiarato di non essere entrato assieme al senzatetto della toscana. I due ora restano in carcere dove sono rinchiusi da sabato scorso quando è scattato l’arresto, eseguito dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona coordinata dall’ispettore superiore Daniele L’Erario, su disposizione del giudice Marco Billi e su richiesta del Pm Stefano Iafolla. Ieri l’interrogatorio di garanzia che ha confermato la misura cautelare in carcere. Già domani, con molta probabilità, l’avvocato Paolini depositerà il ricorso al Tribunale del Riesame dell’Aquila.

Andrea D’Aurelio

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