banner
banner

L’AQUILA – Italia Nostra respinge senza appello la proposta di legge, legge attualmente all’esame della II Commissione del Consiglio regionale, di riperimetrazione del Parco Velino – Sirente.

“Considerata la sostanziale inefficacia dell’articolato proposto nel risolvere i problemi del Parco e verificata la totale irrazionalità dal punto di vista della tutela della nuova perimetrazione”, queste le motivazioni che scrive Italia Nostra in un comunicato.

“Il Parco naturale Sirente Velino – continua la nota – è l’unico Parco regionale in una regione che si dichiara ‘verde’ a parole, ma che nei fatti non è mai stata in grado di far vivere la sua area protetta di maggiori dimensioni rendendola coerente con le finalità per cui essa è stata istituita e delle istanze di base che l’hanno voluta, riducendola, invece, ad essere un esempio da manuale di cosa si intende comunemente con la definizione ‘parco di carta’”.

Italia Nostra individua i limiti della proposta nella mancanza di tempi certi e nei poteri sostitutivi adeguati per evitare un nuovo commissariamento, nell’appesantimento burocratico nelle nomine, nella non obbligatorietà del parere del Comitato consultivo sugli argomenti di valenza ambientale, nella mancanza di tempi certi per l’indizione del concorso per la nomina del Direttore, nell’esclusione del rappresentante delle Associazioni ambientaliste dal Consiglio direttivo e, soprattutto, nel mancato adeguamento della dotazione finanziaria dell’Ente Parco.

Propone, invece, di prevedere l’approvazione della terza versione del Piano del Parco attualmente disperso nei cassetti di qualche ufficio regionale contestualmente alla legge, non perdendo così ulteriore tempo.

I nuovi confini proposti sono assolutamente arbitrari per la tutela del territorio ma, anzi, tagliano fuori Comuni pur restando nel Parco e accontentando qualche cacciatore. Bisognerebbe, invece, proporre un ampliamento dei confini inserendo i comuni di Lucoli e Tornimparte che creano continuità con Riserva laziale delle Montagne della Duchessa.

Italia Nostra ribadisce con forza che non è ammissibile che i confini di un Parco possano essere variati a richiesta di uno o più Comuni, secondo il colore delle amministrazioni o del “gradimento” o meno del momento: con tutto il rispetto per la volontà delle comunità locali, se vengono poste in secondo piano le prioritarie esigenze di tutela un Parco non è più tale, ma qualcosa che deve essere altrimenti definito.

E’ assurdo che a trentuno anni dall’istituzione del Parco ci si possa limitare a una “leggina disorganica e raccogliticcia” –continua la nota-  che non rappresenta nulla di più di un contentino per qualche amministratore locale che persegue soltanto interessi particolari. Sarebbe invece necessaria una revisione organica e complessiva della legge, supportata da un diverso atteggiamento da parte della Regione e di alcuni Enti locali, in assenza del quale ogni giorno diviene più fondata l’ipotesi di mutarne lo status in Parco nazionale.

 

Lascia un commento