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SULMONA – Durerà un’ora il colloquio e si svolgerà in presenza, voto massimo 40 punti. L’esame di maturità da consegnare agli annali prende forma. Partirà il 17 giugno e, per raggiungere il 100, servono anche i 60 crediti accumulati negli ultimi tre anni delle superiori. È prevista anche la possibilità che il colloquio per la maturità si svolga online, in videoconferenza, nel caso in cui l’epidemia lo richiedesse. Si tratta di un’ipotesi da prendere in considerazione ma, al momento, si lavora per permettere l’esame in presenza. Come si stanno preparando i maturandi al tanto atteso appuntamento con la maturità? E’ un argomento che abbiamo affrontato l’altro giorno, nella trasmissione del martedì Pronto Diciotto, con il Polo Scientifico-Tecnologico “E. Fermi”. E’ un esame che resterà non solo nella storia della scuola italiana ma anche in quella personale di ogni studente che potrà raccontarlo a figli e nipoti proprio per la circostanza epocale in cui è inserito. Certo questo non basta per definire i pro e i contro di una maturità da giocarsi in sessanta minuti, fermo restando il percorso condotto dal candidato nel quinquennio. “Sono d’accordo con i sessanta punti di credito e i quaranta che darà la prova effettiva”- afferma Valerio Tritapepe, studente del Polo Fermi- “in questo modo si decide di premiare la vita dello studente in quello che ha fatto precedentemente e non mi riferisco solo allo studio ma anche alle passioni coltivate”. Diplomarsi al tempo del Coronavirus fa un certo effetto. Valerio lo confessa: “attraversare una tappa chiave della mia vita parlando da uno schermo mi lascerebbe l’amaro in bocca. Sarebbe un sogno guardare negli occhi i docenti che ti hanno visto crescere ma dobbiamo mettere al primo posto la salute”. La preparazione al fatidico esame è sicuramente diversa per i docenti, già abituati a gestire il colloquio tradizionale, anche se quest’anno ci sarà sicuramente un pizzico di adrenalina in più vista la novità dell’ultimo minuto. “Tutti quanti noi professionalmente dovremmo avere sempre lo stesso atteggiamento di serietà, comprensione e interpretazione del percorso dello studente. I ragazzi stanno dando il meglio di loro”- interviene la professoressa Maria Moncada per risaltare poi l’alternanza scuola-lavoro, un’esperienza che dà la possibilità agli studenti di integrare le loro conoscenze a stretto contatto con il tessuto occupazionale della zona. Insomma non resta che aspettare le direttive dall’alto per la tipologia di svolgimento della prova d’esame che sarà l’unico grande scoglio per i maturandi dell’anno Covid 2020. Ma prima di quei sessanta minuti si dovrà necessariamente tener conto dell’intero percorso dello studente che il virus non può cancellare.

Andrea D’Aurelio

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