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SULMONA – E’ stata al centro di numerose battaglie politiche e rivendicazioni di ogni tipo ma, nei fatti, non si è smosso nulla. La risonanza magnetica assegnata all’ospedale di Sulmona resta in magazzino, senza poter essere messa in funzione, per mancanza di spazi. Incredibile ma vero. In tempo di pandemia le priorità sono altre, a partire dalla sfida dei posti letto sempre più saturi nella nostra regione che rischia misure più restrittive. Ma, purtroppo o per fortuna, non c’è solo il Covid. Nel novero dei pazienti dimenticati ci sono anche coloro che hanno bisogno di una risonanza e sono costretti a spostarsi per accedere alle cure. A Sulmona il macchinario di ultima generazione è stato allocato nel presidio ospedaliero dal dicembre 2018, ovvero dall’inaugurazione della struttura, ma è ancora impacchettato senza poter essere utilizzato. Sembrerebbe infatti che la risonanza non entri nel suo locale tant’è che si renderebbero necessari alcuni lavori per buttare giù il muro esterno ed interno. Una situazione borderline, già ampiamente denunciata da questa emittente televisiva. La Asl con una determina dello scorso gennaio aveva conferito l’incarico per l’adeguamento del locale deputato ad ospitare il super macchinario. Poi il Covid con la prima e la seconda ondata. Ed eccoci qui. La risonanza resta in magazzino. Il caso in questione è lo specchio di una programmazione che lascia a desiderare, nel senso che gli interventi vanno fatti e seguiti in una situazione ordinaria per essere pronti ad affrontare le emergenze. Lo stesso dicasi per il personale ridotto al lumicino, soprattutto in pronto soccorso e nella prevenzione Asl. La lista delle criticità si allunga ma non è mai troppo tardi per intervenire.

Andrea D’Aurelio

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