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SULMONA – Due dirigenti medici da reclutare con l’avviso pubblico e un’altra unità in dotazione con la mobilità esterna. La Asl rinforza il punto nascita dell’ospedale di Sulmona, all’indomani dell’indicazione arrivata dalla Regione al Governo sulla proposta di classificazione di primo livello per il nosocomio cittadino e il mantenimento del reparto di ostetricia e ginecologia. Per l’azienda sanitaria, nonostante la data perentoria di chiusura chiesta dal Ministero, negli ultimi due anni sono cambiati parametri e livelli di sicurezza. Per cui il punto nascita non chiuderà. Per evitare l’altalena di pareri e richieste di soppressione, che bene non fanno al reparto e all’utenza stessa, è necessario investire con risorse umane e non solo. Per cui la Asl, con deliberazione del Direttore Generale Roberto Testa, ha dato mandato agli uffici di indire l’avviso pubblico, per titoli e colloquio, per l’assunzione di due dirigenti medici di Ostetricia e Ginecologia, a tempo determinato, per sei mesi, da assegnare al reparto di maternità peligno e per futuri incarichi aziendali. Un’altra unità, tra le due ammesse al colloquio orale con punteggio più alto, sarà reclutata con la mobilità esterna. Si tratta quindi di un intervento per dare manforte all’organico anche se punto nascita e ospedale non possono essere a “tempo determinato”. Dopo la classificazione di primo livello chiesta al Governo, è necessario riempire di contenuti quei reparti che esistono sulla carta, ad esempio bandendo i concorsi o portando avanti le procedure avviate. E’ il caso di chirurgia, medicina e lungodegenza, ortopedia, lo stesso punto nascita. Perché non è una dicitura che risolve i problemi della sanità. Seppur l’indirizzo politico era atteso e non affatto scontato. Questo è un dato di fatto. L’utenza però chiede servizi nel quotidiano e la programmazione sanitaria deve produrre i suoi effetti sul campo. L’immagine che non può cadere nel dimenticatoio è quella della risonanza magnetica, portata a Sulmona con le unghie e con i denti, ma parcheggiata in magazzino in attesa dei lavori sulla stanza grezza. Basterà spiegare agli utenti che hanno bisogno di questa prestazione sanitaria che l’ospedale non è più di base ma di primo livello?

Andrea D’Aurelio

 

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