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SULMONA – “Non si evidenziano nessi di casualità tra l’evento morte endouterina ed il comportamento dei sanitari che è apparso rispettoso delle moderne linee guida”. Sono giunti a questa conclusione i periti, Luigi Miccolis e Claudio Celentano, incaricati dalla Procura della Repubblica di Sulmona per lo svolgimento degli accertamenti irripetibili sull’intera documentazione riguardante la morte fetale avvenuta nell’ospedale dell’Annunziata. La storia è quella balzata alle cronache lo scorso 10 giugno. https://www.ondatv.tv/sulmona/aborti-dieci-giorni-dopo-vaccino-trivalente-procura-apre-inchiesta-due-medici-indagati/ Una 33 enne straniera, residente a Pratola Peligma, il primo luglio 2021, aveva perso la bimba di otto mesi e mezzo che aveva in grembo a distanza di dieci giorni esatti dall’inoculazione del vaccino trivalente. Trascorsi due anni dai fatti contestati, tramite il suo legale, Vincenzo Margiotta, aveva presentato denuncia-querela alla magistratura, per fare piena luce sulla vicenda. Nella perizia i medici incaricati dal Pm non hanno rilevato imperizie da parte dei due sanitari finiti sotto indagine. Nello specifico i periti hanno rilevato che il ginecologo ha dato l’indicazione alla vaccinoprofilassi per la pertosse come da raccomandazione ministeriale e il medico vaccinatore ha eseguito il booster come previsto dalle stesse linee guida. Entrambi hanno rispettato, secondo le risultanze della perizia, l’informativa del novembre 2019 relativa alla pratica vaccinale nel corso del terzo trimestre relativo alla pertosse. In caso di soggetto non vaccinato, peraltro, non esistono controindicazioni all’utilizzo del booster anche all’ottavo mese di gravidanza, in quanto lo stesso è composto “dagli stessi tossoidi per tetano, difterite e pertosse”. Una conclusione diversa rispetto a quanto riferito e ipotizzato in querela dalla donna, secondo la quale il vaccino non poteva essere iniettato poichè mancante a monte di una vaccinazione precedente. Inoltre, sempre secondo la persona offesa, non si sarebbe proceduto ad uno screening vaccinale e all’anamnesi medica prima dell’inoculazione della dose. Tuttavia l’inchiesta prosegue poichè il Sostituto Procuratore, Edoardo Mariotti, ha chiesto ai consulenti tecnici di integrare la relazione per accertare ulteriori circostanze in ordine alla vicenda. In particolare il Pm, recependo l’ulteriore memoria difensiva della donna, ha chiesto tra le altre cose di approfondire e riferire le modalità della prescrizione medica e di effettuazione del triage pre-vaccinale, di accertare le modalità di esecuzione dell’inoculazione del vaccino, ovvero su quale parte del corpo dove è stato eseguito, verificare e relazione in merito alla esistenza di linee guida per la vaccinazione presso la Asl di Sulmona per cittadini italiani e stranieri e chiarire la causa dell’infezione rilevata il 21 agosto nell’ospedale dell’Aquila. Tutti questi ai quali i consulenti dovranno rispondere per integrare la loro relazione. Al momento non sono emersi profili di responsabilità e di imperizia da parte de medici indagati che hanno attuato le raccomandazioni ministeriali. Ma il Pm ha chiesto ulteriori accertamenti prima di chiudere il cerchio e chiedere l’archiviazione al Gip o il rinvio a giudizio al Gup.

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