banner
banner

sanita

Ieri le organizzazioni sindacali Medici Abruzzo e Molise non hanno sottoscritto l’accordo con la Regione Abruzzo per il pagamento della premialità alle lavoratrici ed ai lavoratori del Servizio Sanitario Regionale per l’emergenza COVID 19 poiché inaccettabili nel rispetto degli stessi operatori che, anche nel periodo dell’emergenza da COVID 19, hanno profuso il massimo impegno per garantire le attività di cura alla popolazione abruzzese. L’accordo proposto non tiene conto di quanto questi, in servizio nel periodo emergenziale, specie nei mesi di marzo ed aprile, hanno contribuito, certo su una scala di graduazione diversa, affinché il servizio sanitario pubblico regionale non implodesse. Invece si escludono tante lavoratrici e tanti lavoratori  anche quelli in quarantena oltre tutti i professionisti che pur facendo parte del servizio sanitario regionale non hanno un rapporto di lavoro diretto alle dipendenze delle Aziende. Il rinvio alla contrattazione aziendale deve prevedere l’ampliamente delle categorie come pure prevedere che tale premialità vada erogata in base ad una ulteriore valutazione successiva quindi ulteriore rispetto alla presenza durante l’emergenza.

Molte delle nostre richieste –spiegano i sindacati- sono state eluse come i tempi della vestizione, alla esclusione dei dipendenti del IZS di Teramo come pure di tanti professionisti e i lavoratori dei servizi esternalizzati che a vario titolo hanno fatto fronte comune all’emergenza. Nessun impegno politico sui noti temi, rete ospedaliera e territoriale, RSA, livelli di assistenza, integrazione socio-sanitaria, rispetto ai quali le organizzazioni sindacali confederali hanno chiesto prima, durante e dopo il periodo emergenziale di avviare il confronto non ricevendo nessun riscontro. Non siamo e non saremo disponibili ad accordi forzati e lontani per altro dal mandato ricevuto dalle iscritte e dagli iscritti, conclude la nota.

Sempre in tema di Sanità interviene l’Alleanze delle cooperative Abruzzo con una lettera inviata all’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, all’assessore al lavoro e politiche sociali Piero Fioretti , all’Anci e ai sindacati. “In Abruzzo si continua a non riconoscere il valore dei servizi socio-assistenziali, socio-sanitari ed educativi erogati dalle cooperative sociali che hanno dato un importante contributo alla tenuta del sistema di welfare territoriale durante l’emergenza Covid, affermano. Nel documento si stigmatizza la ripresa di questi servizi senza aver consultato le rappresentanze della cooperazione: Già con precedenti note – si legge – abbiamo fatto presente come un confronto rappresentasse un passaggio fondamentale per consentire la ripresa dei servizi. Con nostro disappunto, la Regione ha preferito dettare le regole di ripresa senza previa consultazione delle parti sociali e delle cooperative sociali, che gestiscono i servizi pubblici. Il riavvio dei servizi richiede un percorso di co-progettazione con gli enti gestori, i servizi non possono essere erogati secondo le modalità pre-covid. Al momento dell’affidamento dei servizi, l’importo a base di gara era stato elaborato tenendo conto di parametri diversi rispetto a quelli che l’emergenza attuale ci impone: totalmente diversa è la gestione della sicurezza dei lavoratori, degli utenti, degli spazi di lavoro, delle attrezzature, cosi come la determinazione del numero di operatori necessari per garantire determinate prestazioni, o il numero di persone che possono essere servite in un dato arco temporale. Inspiegabilmente e vergognosamente, molti enti locali si stanno disinteressando dei maggiori costi di gestione del welfare territoriale, conseguenti all’emergenza covid. Per non parlare, infine, del fatto che ci sono una serie di servizi, come quelli di trasporto, in particolare scolastico e sociale, mense scolastiche, servizi per la prima infanzia, servizi di assistenza scolastica, servizi diurni semi-residenziali che sono stati completamente azzerati nonostante affidamenti di durata pluriennale e nonostante gli investimenti pianificati dalle cooperative affidatarie sostenuti e da sostenere. Chiediamo agli enti locali – si conclude nella lettera – di partecipare alla programmazione del sistema di welfare territoriale non giocando al ribasso, ma riconoscendo tutti gli oneri di gestione necessari per far fronte alla situazione emergenziale in atto, necessari per continuare ad erogare servizi pubblici di qualità”.

Lascia un commento