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Tutti gli abbonati della piattaforma Netflix avranno notato la presenza in questi iorni di un film che a noi abruzzesi ci riguarda: ‘Supersex’ è la storia del pornodivo abruzzese Rocco Siffredi. E ad interpretarlo è l’amatissimo Alessandro Borghi. Ma c’è tanto Abruzzo nella pellicola perché la storia del protagonista accompagna il pubblico nel passato, indietro nel tempo, per mostrare come l’uomo cresciuto nel quartiere popolare di Ortona, in provincia di Chieti, è poi diventato una vera icona popolare. Alla serie ha partecipato Arotron di Pianella (PE), la Compagnia Teatrale dell’attore regista e doppiatore Franco Mannella, il quale ha un ruolo nella serie e ha diviso il set con il protagonista Borghi, nei panni di un dottore e il giovanissimo Riccardo Pellegrini, primo diplomato all’accademia Arotron e tuttora impegnato in alcune produzioni come il musical-reading “Olea et Labora” il quale ha interpretato uno dei fratelli di Rocco Siffredi nelle scene ambientate negli anni ’70 a Ortona, per raccontare l’infanzia stessa del pornodivo.

Ben spiega il film lo stesso Mannella: “Potrebbe quasi sembrare scontato il contenuto di questa serie ed invece è tutt’altro. E forse molti proprio con Supersex conosceranno davvero Siffredi, anche gli stessi abruzzesi probabilmente. Qui predominano i ricordi, il dolore, i sentimenti, ed al centro c’è un uomo con una storia estremamente complessa fatta di vita, di amore, di perdite, di elaborazione del lutto, della mancanza; c’è un uomo che lavora sodo per costruire la sua identità lasciandosi scivolare addosso anche i pregiudizi. Lavorare con questo cast importante poi è stato particolarmente emozionante: posso parlare all’Abruzzo, anzi al nostro Abruzzo di una grande esperienza”

Gli attori della Compagnia dell’Aratro ed anche alcuni allievi del corso avanzato della DeRecitazione (il corso di teatro a cadenza settimanale tenuto da Mannella a Pianella) hanno avuto l’opportunità di entrare in sala di doppiaggio per colorare di note abruzzesi le voci dei personaggi sullo sfondo (il cosiddetto “brusio” in cui si interpretano le voci “d’ambiente”, ossia le voci delle comparse).

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